Sergio Bernal: “Il mio flamenco haute couture con Roberto Capucci”

(Adnkronos) – Un 'flamenco haute couture' che ha unito in un 'matrimonio' ormai indissolubile un signore della moda internazionale, Roberto Capucci (94 primavere), e uno dei bailaor più accreditati nei maggiori palcoscenici del mondo, lo spagnolo Sergio Bernal (classe 1990). Saranno di nuovo insieme domani a Roma, per un'unica serata, all'Auditorium della Nuvola di Fuksas, nella serata- evento 'Una noche con Sergio Bernal', un racconto visionario ispirato alla cultura gitana, ma anche ad un classicismo coreografico riletto e rivisitato (il 'Bolèro' di Ravel, 'La Morte del Cigno' di Camille Saint-Saëns). Cappe e abiti che ricordano la corrida e il magico mondo dei toreador firmati Capucci (la sua prima volta nella danza) per Sergio Bernal.  "Ho conosciuto il maestro Capucci alcuni anni fa grazie a Daniele Cipriani – racconta Bernal all'Adnkronos -. Mi affascina il suo modo di stare al mondo, la sua energia, il suo entusiasmo. Continua a disegnare, a creare forme e abiti coloratissimi, pieni di invenzione, di intelligenza, di vita. E' quella che infonde nei suoi costumi, che perpetua attraverso le sue silhouette". Tra gli abiti creati sulla prorompente personalità del grande artista spagnolo, anche il costume dorato dedicato a Luigi XIV, il re ballerino per il solo 'Le Roi Danse' con tanto di copricapo a raggiera ispirato al re Sole, immortalato nei ritratti d'epoca mentre si esibisce dinanzi alla corte di Versailles sulle note di Lully.  E la moda rimane una delle grandi passioni di Sergio Bernal, che non ha mai abbandonato il progetto consacrato a Yves Saint Laurent, bloccato dalla pandemia. "Un progetto di vita e artistico – rivelato il danzatore – Soprattutto dedicare uno spettacolo, al quale sto lavorando, al celebre couturier francese, è il sogno della mia vita. Ha creato il pret-à-porter, ha immaginato il primo smoking per la donna, una forma di parità tra i sessi, lontano da stereotipi e clichè. L'idea dello spettacolo è nata dopo aver visto il film diretto da Jalil Lespert – prosegue -. Un'esistenza, quella di Saint Laurent, di straordinari trionfi, di ascese e cadute, di momenti di buio e di luce, di profonda depressione quando fu chiamato a fare il servizio militare. Sempre accanto ad un uomo, Pierre Bergè, l'uno mai senza l'altro. Nessuno di loro sarebbe riuscito senza il mutuo, reciproco sostegno".  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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