Sicilia, giustizia minorile e valenza sociale: presentata la “Rete per l’inclusione”
Sono 53 giovani siciliani coinvolti e 200 progetti personalizzati, di cui 53 in Sicilia, per favorire il reinserimento sociale di giovani, di età compresa fra 16 e 24 anni,
con precedenti penali e attualmente affidati ai Servizi della Giustizia Minorile. Questo l’obiettivo del progetto “Rete per l’inclusione” presentato al Centro di Giustizia Minorile di Palermo nella sala dedicata al Beato Padre Giuseppe Puglisi.
Il progetto, finanziato dal PON Legalità del Ministero dell’Interno con le risorse del Fondo Sociale Europeo, è realizzato da un raggruppamento di Consorzi ed enti del Terzo settore e si svolge sotto la direzione del Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia.
I numeri del progetto sono stati forniti da Francesco Di Giovanni dell’Associazione Inventare Insieme, che coordina il progetto nella nostra regione In Sicilia sono stati 53 i ragazzi e le ragazze segnalati dai Servizi, fra coloro che si trovano a piede libero, in messa alla prova o in esecuzione penale esterna. In particolare si tratta di ragazzi e ragazze provenienti dal bacino dei cosiddetti NEET: giovani che hanno interrotto gli studi e non hanno intrapreso alcun percorso di formazione.
I settori nei quali si svolgeranno i tirocini, indicati proprio dai ragazzi coinvolti come quelli di maggiore interesse sono stati quello della ristorazione, manutenzione del verde, della meccanica, servizi alla persona.
Ognuno dei ragazzi svolgerà ora, al termine di un percorso formativo legato ai temi della sicurezza, un tirocinio di sei mesi in un’azienda ricevendo anche un supporto economico di 500 euro mensili e l’assistenza di tutor specializzati.
Per Giuseppe Cacciapuoti, Direttore Generale del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità presso il Ministero della Giustizia, “il progetto offre un’importante opportunità per i giovani che,
attraverso questa esperienza, potranno sviluppare competenze
professionali e relazionali che favoriranno il loro ingresso nel mondo
del lavoro. Con questo progetto si rafforza l’impegno del Dipartimento
Giustizia Minorile e di Comunità nella realizzazione delle proprie
finalità istituzionali attraverso il coinvolgimento attivo della
società civile ed in particolare valorizzando la funzione educativa
della formazione professionale.”
Per Rosanna Gallo, Dirigente del Centro per la Giustizia Minorile
della Sicilia, “al termine di questo percorso, tutti i ragazzi avranno
visto che le istituzioni non parlano di legalità o astrattamente di
nuove possibilità di vita, ma avranno dato loro una opportunità
concreta di formazione che può aprire loro le porte del mondo del
lavoro.” Gallo ha inoltre sottolineato la dimensione del progetto,
oltre alla sua finalità: “abbiamo già avuto in passato esperienze di
tirocini per i ragazzi seguiti dai nostri servizi, ma mai ne avevamo
coinvolto contemporaneamente oltre 50”.
Maria Letizia Balsamo, referente del progetto per il CGM, ha invece
sottolineato che “grazie ad virtuoso esempio di collaborazione
inter-istituzionale è stato possibile collegare i servizi della
Giustizia minorile non soltanto con le altre Agenzie del territorio,
ma anche con tutta la comunità di cui i ragazzi fanno parte, a partire
dal valore fondamentale del lavoro.”
“Anche grazie a questa collaborazione e all’impegno personale di tutti
gli operatori coinvolti – ha concluso Balsamo – è stato possibile
superare le tante inevitabili difficoltà incontrate per realizzare
questo progetto nel periodo della pandemia.”
Il ruolo della Regione è stato ricordato da Massimo Floridia del
Dipartimento Lavoro, che ha sottolineato “il massimo impegno perché le
procedure di avvio al tirocinio nelle aziende che hanno dato la loro
disponibilità siano quanto più rapide possibile” e da Agata Rubino
dell’Ufficio di Gabinetto dell’Assessorato Famiglia, secondo cui “la
Regione considera progetti come questo delle buone prassi, per cui
verificheremo la possibilità di trovare nuovi fondi che permettano di
ampliare il numero di beneficiari e replicare l’esperienza.”
Infine, un commento al progetto viene anche da Don Sergio Ciresi,
Direttore della Caritas diocesana di Palermo, che ha ricordato come
“due anni di pandemia hanno segnato in modo pesante i giovani e gli
adolescenti; nello specifico del lavoro con i ragazzi dell’area
penale, nei prossimi giorni si terrà un incontro delle Caritas di
tutta Italia proprio per metterle in rete con gli Istituti penali
minorili e poter avviare progetti per i giovani detenuti.”