Spostamenti tra regioni, governatori divisi
Dal 3 giugno non ci sarà più bisogno dell’autocertificazione. Da mercoledì infatti cadrà anche l’ultiimo divieto: quello di spostarsi da una regione all’altra. I cittadini saranno quindi liberi di uscire dalla propria regione senza dover portare con sé alcun modulo. Come ha detto anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano “è arrivato il momento di riaprire il Paese“, consapevole dei ” conflitti tra le Regioni” che però “non sono così forti come si può immaginare”. “C’è ovviamente il tentativo da parte di alcune Regioni che hanno livelli epidemiologici bassissimi di mantenerli”, sottolinea. Ma poiché “i governatori non hanno il potere di chiudere le proprie Regioni, io per garantire la libertà di movimento non posso chiedere una regola che non sia imposta dal dpcm. Quello che si può fare è, per esempio, chiedere a coloro che vengono di segnalare la loro presenza e di tenere memoria dei contatti che hanno con la popolazione locale o con altre persone”.
A proporre il “passaporto sanitario” il presidente della Sardegna Christian Solinas ma come sottolineato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia le Regioni non possono limitare la libera circolazione delle persone, dei mezzi e delle cose sul territorio nazionale, che è garantita dalla Costituzione. E non possono richiedere ai turisti l’esibizione di un passaporto sanitario che attesti la salute del singolo cittadino, per la semplice motivazione che in Italia il passaporto sanitario non esiste, altrimenti lo avremmo già tutti in tasca assieme alla carta di identità.
“Riteniamo di dover sottolineare che davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio”, scrive il governatore della Campania Vincenzo De Luca, sulla pagina Facebook. Che poi comunque ci tiene a precisare: “Lombardi a Positano il 4 giugno? Sì, possono venire”. Anche Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, in un post su Facebook, esprire i suoi dubbi: “Sembra che verrà riaperta tutta l’Italia. Se è così, non posso fare altro che adeguarmi. Ma non sono convinto. Mi chiedo per quale ragione la Lombardia, che ha un livello di positivi molto più alto di altre regioni, debba essere trattata come le altre, con il rischio di mettere nuovamente in giro i contagi. Più prudenza forse sarebbe stata opportuna per i Lombardi e per tutti gli italiani”.
“Ci sono troppe pressioni, anche sul Comitato tecnico scientifico. Se servirà, prenderemo delle contromisure. Non accetteremo forzature”, ha affermato dal canto suo l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato in vista della possibile riapertura degli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno.
“La riapertura dei confini regionali dal 3 giugno a mio parere è una decisione giusta“, dice dal canto suo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel consueto videomessaggio postato su Facebook. Sala ha poi ricordato “che in Lombardia è obbligatorio l’uso della mascherina fino al 24 giugno”.