Sviluppo rurale a Pantelleria, accordo Regione-Parco per il ritorno dell’asino pantesco
Un accordo tra la Regione Siciliana e l’ente Parco nazionale dell’isola di Pantelleria per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dell’asino pantesco. Si tratta di una razza rara e presente in quel particolare habitat dal primo secolo a.C., caratterizzata da una straordinaria resistenza alle condizioni di estremo disagio, compresa la mancanza d’acqua, e dall’andatura veloce, ma che nei decenni passati rischiò l’estinzione. Dal 1989 l’ex Azienda regionale Foreste demaniali avviò un progetto pilota per la ricostituzione della razza asinina pantesca e nel 2006 questo asino è stato ammesso al registro anagrafico delle razze/popolazioni equine.
L’obiettivo dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale della Pesca mediterranea, del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale, e del Parco nazionale di Pantelleria è quello di reintrodurre nell’isola al centro del Mediterraneo questi esemplari attualmente presenti nell’allevamento pilota del demanio forestale “San Matteo” a Erice. Uno stallone e quattro cinque riproduttrici torneranno nelle campagne di Pantelleria, si valuterà la capacità di adattamento e verranno inseriti a pieno titolo nell’attività rurale dell’isola.
È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato questa mattina, a Palazzo Orléans, dall’assessore regionale dell’Agricolura, Toni Scilla, dal direttore del dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale, Mario Candore, e dal direttore del Parco nazionale di Pantelleria, Antonio Parrinello; presenti anche il presidente del Parco, Salvatore Gabriele, e il direttore generale del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.
«Questo accordo è un segnale importante di come il governo Musumeci sia attento alle esigenze che provengono dal territorio, a partire dalle periferie che possiedono grandi potenzialità – sottolinea l’assessore regionale dell’Agricoltura, Toni Scilla – La sinergia tra la Regione e l’isola di Pantelleria punta a salvaguardare e rilanciare il territorio anche per l’aspetto socio-economico».
Il ritorno dell’asino pantesco offre valore aggiunto «alla centralità dello sviluppo rurale e dell’agricoltura, che rappresentano occasioni importanti per il rilancio turistico dell’isola» aggiunge il presidente del Parco, Gabriele, che appoggia la proposta di rendere Pantelleria Covid free in vista della stagione estiva. «Il recupero di una razza che rischiava l’estinzione e che invece caratterizza la tradizione pantesca – continua il direttore del Parco, Parrinello – consentirà di fare diventare questi esemplari elementi importanti dell’attività turistica, escursionistica, anche puntando sulla destagionalizzazione».
Collaboreranno al progetto anche due associazioni, EcoItaliaSolidale, che cura le attività di onoterapia per bambini con disabilità, e l’Aps Woodvivors, che promuoverà un viaggio attraverso l’Italia con due mule e un’asina pantesca per realizzare una ricerca e un documentario sulle attività contadine.
L’accordo sottoscritto oggi prevede che l’ente Parco assuma l’onere della custodia, della cura e della sorveglianza sanitaria degli esemplari di razza pantesca concessi dal dipartimento, attenendosi scrupolosamente al protocollo riproduttivo attuato nell’allevamento di San Matteo per preservare la purezza generica degli animali; provveda al loro addestramento; realizzi l’attività di tutela, conservazione e valorizzazione degli asini, che saranno ricoverati negli immobili (dammusi e terreni) di proprietà del demanio forestale regionale di Monte Gelfiser.
Il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale si occuperà dell’affidamento degli esemplari, assicurerà la continuità dell’attività lavorativa prestata dal proprio personale e assegnerà in comodato d’uso gratuito i terreni per l’allevamento. Una cabina di regia sovraintenderà all’attuazione di questo importante accordo di collaborazione.