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(Adnkronos) – (dall'inviato Paolo Martini) "Ciò che noi chiediamo alla comunità internazionale è di non aiutare il regime iraniano, di non aiutarlo nella sua sopravvivenza. La nostra richiesta all'Unione europea e agli Usa e di non fare accordi che diano legittimità al regime, allungandogli la vita. Nel frattempo siamo noi che lottiamo per la nostra libertà. So che un giorno gli iraniani troveranno la loro strada per la libertà e la giustizia che meritano". Lo ha detto l'avvocatessa e attivista iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, durante una conferenza stampa oggi a Lignano Sabbiadoro (Udine) in occasione della 39/a edizione del Premio Hemingway 'Testimone del nostro tempo', che riceverà domani, sabato 24 giugno. Alla domanda dei giornalisti se c'è un'alternativa politica all'attuale guida iraniana, Ebadi, che vive in esilio a Londra dal 2009, ha risposto: "Non c'è una persona fisica che possa identificare l'alternativa al regime. Ci sono però gruppi in azione che sono al lavoro per dar vita ad un'opposizione organizzata ma non si possono fare nomi perchè altrimenti sarebbero subito arrestati". Shirin Ebadi è schierata "decisamente dalla parte di chi manifesta in piazza contro l'attuale regime" ed ha aggiunto: "La protesta può ora sembrare assopita ma il fermento continua anche sotto traccia. Il treno della protesta è partito da tempo: magari si può fermare in qualche stazione, può rallentare il percorso ma poi, alla fine, arriverà al traguardo". La prima donna musulmana insignita del premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, che ha ispirato milioni di persone nel mondo grazie al suo impegno di avvocato per i diritti umani, ha denunciato che "la situazione dei diritti umani in Iran peggiora di giorno in giorno. Nel nostro paese l'omicidio politico non viene punito mentre il lavoro del giornalista è considerato un crimine; anche il lavoro dell'avvocato è considerato un crimine: basti pensare che in un anno 17 avvocati sono stati processati per aver difeso dei cittadini che avevano manifestato una loro opinione. Nell'Iran di oggi in media ogni giorno tre cittadini subiscono la pena capitale". Ebadi ha ricordato, infine, che a fronte delle proteste di piazza iniziate nel 2021 e proseguite nel 2022, "c'è stata repressione fortissima negli ultimi mesi in Iran, con almeno 20mila arresti e 600 manifestati uccisi". Quanto alla sua incolumità, Shirin Ebadi ha rivelato: "Sono minacciata di morte continuamente ma ho rifiutato la scorta che il governo inglese mi ha offerto. Nonostante le minacce di morte, continuo a battermi per la libertà di parola in Iran. La morte non mi fa paura, anche perchè arriva prima o poi per tutti". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)