Taormina, Castelmola e Savoca, emozioni siciliane

(Adnkronos) – In Sicilia ci si va e ci si ritorna. La discesa verso l’aeroporto di Catania offre un paesaggio unico e immaginifico, ambientazioni che per giorni rimarranno impresse nella memoria lasciandovi piacevolmente attoniti per la meraviglia. Nessuna retorica: di fronte il mare blu sconfinato che brilla al sole, alle spalle l’Etna con i suoi 3300 metri di altezza, in lontananza – direzione Messina -, si scorge la bella Calabria.  Prendetevela con calma. L’arrivo a Taormina permette camminate con vista, alla scoperta di tesori e angoli nascosti e una nuova wine experience con sapori gourmet. Borgo antico in provincia di Messina, Taormina è uno dei luoghi più antichi e più belli di Sicilia, sintesi delle culture greca, romana, bizantina, araba. Il nome le fu assegnato dai Siculi e dai Greci, ma non mancano leggende che lo fanno derivare da altre fonti, come la leggenda del Minotauro, simbolo che compare su antichissime monete. A Tauromènium, Taormina, fu costruita l’agorà greca che divenne poi il foro romano- oggi Piazza Vittorio Emanuele -, e l’acropoli. Dalla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria si snoda Corso Umberto I che da Porta Messina conduce a Porta Catania, le due capitali di provincia verso le quali si apre. A duecento metri il Teatro Antico costruito nel III secolo a.C. sfruttando la struttura morfologica della collina dove risiede ancora oggi, è inserito in un contesto meraviglioso che abbraccia la baia di Schisò e il Vulcano Etna. Il Teatro Antico di Taormina è un capolavoro archeologico greco romano di rara bellezza, uno dei più grandi della Sicilia, secondo solo al Teatro Greco di Siracusa. La costruzione di epoca greca è stata ricavata dalla pendenza naturale della collina. Oggi le parti originali sono pochissime. A partire dalla metà del secondo secolo a.C. infatti, la Sicilia venne conquistata dai Romani e da quel momento fu trasformato per usi diversi. Innumerevoli gli artisti che hanno calcato il suo palco. Il letterato tedesco Johann Wolfgang von Goethe che visitò Taormina nel 1787 scrisse: “Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori, bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d’epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l’intero, lungo massiccio montuoso dell’Etna; a sinistra la sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore”.
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