Taxi, quanto guadagnano? Inchiesta ‘Le Iene’ e reazioni

(Adnkronos) – Le Iene diffondono cifre relative ai redditi medi dei tassisti in Italia e arriva una pioggia di reazioni. Ad innescare le repliche sono i dati evidenziati dalla trasmissione sulle dichiarazioni medie dei tassisti intesi come persone fisiche con partita Iva delle maggiori città italiane nell’anno 2021.  A Roma per 3.896 taxi la dichiarazione al fisco è in media pari a 6.239 euro l’anno. A Milano 1.961 vetture avrebbero dichiarato in media 11.410 euro l’anno, a Bologna per 319 taxi la media è pari a 9.642 euro l’anno, a Firenze 366 titolari di licenza dichiarano 5.238 euro l’anno, a Napoli 132 tassisti hanno dichiarato una cifra pari a 10.889 euro l’anno e, infine, a Palermo 211 conducenti dichiarano 5.831 euro l’anno. 
ROMA – "Ho sempre apprezzato il lavoro svolto dalle 'Iene' negli ultimi tempi sulla nostra categoria, andando a indagare, a volte anche rischiando la propria incolumità, nei confronti di quei tassisti spesso arroganti e prepotenti che vogliono fare i furbetti con i clienti, soprattutto stranieri. Apprezziamo questo sforzo che ci aiuta a snidare questo malcostume: fino a qui ci siamo e lo apprezziamo. Non mi pare pero' che facciano corretta informazione quando, in maniera faziosa, vogliono mettere in difetto tutta la categoria dei tassisti facendoli passare come evasori fiscali prendendo a riferimento le dichiarazioni dei redditi fatte sotto l'era Covid". Lo afferma all'Adnkronos Loreno Bittarelli, presidente di Radiotaxi 3570, commentando il servizio sui dati dei redditi dei tassisti in alcune città italiane, il tema dell'evasione e l'uso del pos. "Dal punto di vista fiscale, inoltre, va chiarito che i tassisti sono sottoposti, come tutti gli artigiani, agli studi di settore – continua – Nelle città più importanti si tratta mediamente di incassi tra i 25 e i 45mila euro l'anno, cifre che non riescono a volte neanche a raggiungere ma che dichiarano per non aver problemi con gli studi di settore".  "Sono quindi rimasto deluso da questo servizio", sottolinea Bittarelli dicendosi pronto a "un confronto in qualsiasi momento, ma mi sembra sbagliato far passare i tassisti come evasori fiscali quando invece, spesso e volentieri, sono tartassati perché, per non avere problemi, dichiarano più di quello che hanno incassato". Riguardo all'uso del pos, il tema "è strumentalizzato. Abbiamo parametri stabiliti dalle Agenzia delle Entrate: fatti col pos o in contanti, sono sempre quelli gli incassi su cui pagare le tasse". 
NAPOLI – "I tassisti di Napoli dovrebbero avere un incentivo, altro che guadagni nascosti. Siamo i figli sfortunati d'Italia. Le condizioni in cui lavoriamo sono completamente diverse da quelle di altre città come Roma e Milano". Così all'Adnkronos Ciro Langella, presidente della cooperativa napoletana Consortaxi e presidente nazionale di Uti, Unione tassisti d'Italia, interpellato sul ervizio delle Iene sui presunti "trucchi del mestiere". Nessuna stranezza sulle dichiarazioni medie dei tassisti, secondo Langella che è stato anche consigliere comunale di Napoli tra il 2016 e il 2021: "Innanzitutto qui la stragrande maggioranza dei tassisti, il 90% è socio di una cooperativa. Non hanno partita Iva come a Roma o a Milano, il tassista lavora per una cooperativa e riceve uno stipendio. Poi – aggiunge – ci sono le particolarità di Napoli. Noi tassisti napoletani siamo un po' i figli sfortunati dell'Italia. A Roma e a Milano c'è un parco macchine tre volte superiore a quello di Napoli. Lì c'è più lavoro, qui facciamo ore di attesa per 2 o 3 corse al giorno mentre magari in qualche altra città è il cliente che attende il taxi".  Lo scarso uso del taxi a Napoli, sostiene Langella, "è dovuto in primo luogo al traffico. A Napoli non c'è una grande area Ztl nel centro, la gente non è incentivata a prendere il mezzo pubblico tra cui il taxi. Ci sono poi altre differenze: Roma e Milano hanno due aeroporti internazionali molto lontani dal centro, noi abbiamo un aeroporto internazionale dentro la città e la corsa dall'aeroporto al centro di Napoli è di pochi euro, cifre lontanissime da una corsa da Fiumicino al centro di Roma, o da Malpensa e Linate a Milano. Per non parlare poi dei cantieri, delle manifestazioni o altro. Anche la festa per lo scudetto del Napoli, con tutto il centro cittadino chiuso al traffico, è stata un danno economico per noi, anche se in quel caso siamo stati contenti".  Sul mancato utilizzo del Pos da parte di alcuni tassisti, Langella respinge con convinzione qualsiasi insinuazione: "Noi a Napoli abbiamo l'obbligo del Pos, c'è una disposizione del Comune oltre alla legge nazionale. Nel nostro consorzio abbiamo tutti il Pos. In alcuni casi può essersi verificata qualche criticità, in alcuni punti della città magari particolarmente difficili da raggiungere la ricezione è scarsa, ma si trova sempre una soluzione. Non abbiamo mai ricevuto alcuna lamentela particolare su questo".  
PALERMO – "Milionari, disonesti, evasori. Ecco come quel servizio ci fa apparire. La realtà, però, è ben diversa. Alla fine del mese tra tasse e spese fisse il nostro guadagno è molto risicato e occorre fare sacrifici per mantenere la famiglia". Orazio Marra, presidente di Fitaxi Assoimpresa Palermo, è un fiume in piena. Dopo il servizio de Le Iene andato in onda ieri sera snocciola i numeri.  "Ben diversi da quelli che abbiamo sentito – dice all'Adnkronos -. Quegli incassi non esistono e poi non si può mica paragonare Palermo a Milano. Qui puoi aspettare anche più di un'ora per fare una corsa". Lui da stamattina ha incassato 44 euro. "Ho iniziato alle 8 e sino alle 15 ho fatto quattro corse. Sono fermo in attesa di un cliente da un'ora e 4 minuti".  Niente a che vedere con Milano, dove ad aspettare per un taxi libero sono i passeggeri. "Perché lì non si vive solo turismo, ci sono fiere, congressi, eventi. Milano, come Roma, è una città di transito, Palermo di arrivo". Così, secondo Marra, terminata l'estate anche il flusso di clienti subisce un brusco calo. "Il tassista lavora più in estate, da metà ottobre si ferma praticamente. I palermitani di certo non prendono il taxi per spostarsi".  Il calcolo dei guadagni è presto fatto. "In media a Palermo, tolte le spese di gestione, un tassista non guadagna più di 1.200-1.400 euro netti al mese", dice Marra. Perché va considerata la spesa per il carburante, "almeno il 30 per cento", quella per i contributi Inps ("300 euro mensili"), le spese fisse tra assicurazione e manutenzione del mezzo ed eventuali multe ("altri 200 euro") perché "all'anno prendiamo almeno 10 verbali, capita di dover lasciare un attimo la macchina in doppia fila per prendere un cliente", infine 70 euro per il consulente fiscale. "E poi almeno ogni cinque anni va comprata una macchina per avere un mezzo efficiente e sicuro per il cliente – dice -. In sostanza se a fine anno ho incassato 25-30mila euro lordi, levate tutte le spese fisse mi restano 14-15mila euro, a cui vanno tolti altri 2mila euro l'anno di Irpef".  E il mancato uso del Pos di cui si parla nel servizio? "A Palermo lo usano tutti, perché si lavora poco", taglia corto, spiegando che "ancora una volta va fatta una distinzione tra città e città". E' amareggiato Orazio Marra. "Ho cominciato a guidare un taxi a 21 anni, adesso ne ho 54 e quando andrò in pensione prenderò 630 euro al mese, altro che milionario…". Il servizio de Le Iene per lui "crea un grave danno alla categoria". "Un massacro inutile – dice -. Lo Stato faccia i controlli, se sono un evasore e non pago è giusto che sia punito, ma questo chiacchiericcio crea solo sospetti. Parole a vanvera che ci danneggiano proprio ora che con la ripresa del turismo possiamo tirare un sospiro di sollievo". I lunghi anni della pandemia hanno lasciato strascichi. "Eravamo considerati servizi essenziali, scendevamo di casa per restare fermi, senza guadagnare un centesimo. Abbiamo vissuto con quello che eravamo riusciti a mettere da parte, facendo grandi sacrifici. Questa è la verità, altro che guadagni stratosferici".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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