TLF Associati esplora l’I.A. predittiva nel mondo legale
(Adnkronos) –
Gli avvocati romani stanno sperimentando per i propri clienti un sistema di intelligenza artificiale legale per poter studiare i casi dei clienti ed avere un giudizio prognostico.
Il team di avvocati romani ha adottato un software basato su un sistema di intelligenza artificiale predittiva, in grado di valutare in anticipo l’esito di un contenzioso sulle basi di una analisi della giurisprudenza in materia. “Stiamo sperimentando questo software con una delle principali aziende operanti su questo mercato”, ci spiega il Prof. Avv. Gabriele Pacifici Nucci, socio di Pacifici Nucci & Giacani – Studio Legale Associato. “La nostra associazione professionale vuole approfondire il tema dell’I.A. come strumento per migliorare la qualità del servizio offerto alle imprese clienti e ci siamo messi da subito alla ricerca di un partner informatico in grado di accompagnare questa nuova sfida. L’I.A. è sempre più una realtà e molte frontiere da oltrepassare già si intravedono nel campo legale. Poter garantire un servizio di pareristica più veloce ed efficace in grado di indicare al cliente la strada da seguire, nonché i rischi e le incertezze dell’azione giudiziale o stragiudiziale che vorrebbe intraprendere. Pensiamo che l’I.A. sia una opportunità per la classe forense e non certo uno strumento che possa sostituirsi all’uomo. Resta all’analisi del professionista il risultato spesso fortemente impersonale del lavoro dell’I.A.”. L’intelligenza artificiale ha già aperto una breccia importante nella professione legale sotto forma di ricerca legale, revisione e gestione dei contratti, revisione dei documenti, previsione dei risultati legali e altro ancora. L’ascesa del c.d. e-discovery è il primo esempio di utilizzo dell’I.A. nella professione legale, consentendo all’avvocato di organizzare, ordinare, raggruppare e cercare informazioni pertinenti in modi molto più efficienti di quanto consentirebbe la revisione manuale dei documenti cartacei. “Non possiamo conoscere gli sviluppi futuri dell’I.A. nel legal. Si parla di giudice virtuale, automatico. Noi siamo giuristi assolutamente profani di certe materie tecniche e tecnologiche, ma i nostri professionisti credono, in questa fase, che i sistemi di intelligenza artificiale debbano esclusivamente aiutare, fornendo dati e analisi imparziali e precise il giudice, agli avvocati e agli altri operatori, ai fini del giusto processo. Le aziende clienti ci chiedono un parere rapido perché l’impresa oggi è velocissima; il giurista deve essere al suo passo. Nessun team umano può esplorare casi analoghi, dottrina e prassi amministrativa in poche ore. In questo senso l’I.A. rappresenta un valido strumento. Resta al giurista il lavoro di esame del lavoro dell’I.A. per personalizzarlo sul caso del cliente”.
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