Torregrotta, al Comprensivo la testimonianza di resilienza di Tina Montinaro: è la vedova di uno degli agenti di scorta morti con Giovanni Falcone
Torregrotta ha vissuto momenti intensi antimafia all’Istituto Comprensivo con la testimonianza di resilienza di Tina Montinarom che è la vedova di uno degli agenti di scorta morti con Giovanni Falcone e ha sempre manifestato il suo pensiero e incontra platee per raccontare la sua forte esperienza di vita, come ha fatto con i ragazzi di Torregrotta. Ecco il post social integrale dell’Istituto Comprensivo: “A sᴄᴜᴏʟᴀ ᴅɪ Rᴇsɪʟɪᴇɴᴢᴀ 𝐓𝐢𝐧𝐚 𝐞 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚𝐫𝐨, 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐞. La resilienza è, per definizione, la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. E che urto ha dovuto sopportare Tina Martinez Montinaro: quello sviluppato da ben 500 chili di tritolo che, alle 17.57 del 23 maggio 1992, spazzò via a Capaci un tratto dell’autostrada A29 e, con essa, la vita di suo marito Antonio, dei colleghi Vito e Rocco, del giudice Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo, obiettivo della strage ordinata da Cosa Nostra per dare una lezione a chi si era permesso di mettere la mafia “alla sbarra” con il maxi processo. In quel momento Tina, perde l’amore della sua vita, si ritrova con un dolore immenso e due bambini piccoli cui deve trovare il modo di spiegare perché il loro papà non c’è più. Per giunta in una terra che non è la sua. Ce ne sarebbe abbastanza per fuggire da questa Sicilia che le ha portato dolore e ingiustizia e tornare nella sua Napoli per cercare una dimensione lontana dall’orrore che aveva vissuto. E invece no! Lei si era innamorata di Antonio per i valori in cui credeva, per le scelte che aveva fatto e le aveva insegnato che nella vita era importante sapere da che parte stare. Così Tina non ci ha pensato un attimo, scegliendo di rimanere in Sicilia, di crescere qui i suoi figli, secondo gli insegnamenti di Antonio Montinaro e di contribuire con la sua testimonianza, la sua grinta, il suo coraggio a combattere la battaglia “a testa alta” per creare nelle nuove generazioni una coscienza collettiva che rifiuti la mafia in tutte le sue manifestazioni e alimenti invece un senso civico improntato alla legalità e alla solidarietà.
Per gli studenti della scuola secondaria
di Torregrotta e Monforte (e della
Primaria di Scala) ascoltare la storia di Tina e Antonio Montinaro nel giardino del plesso di Scala, tra gli alberi di ulivo dedicati ognuno a una vittima di mafia, è stato uno dei momenti più alti di educazione civica e di formazione della personalità che non dimenticheranno. Momento in cui si sono stretti a Tina tutte le istituzioni civili e militari del territorio, come il viceprefetto vicario Patrizia Adorno, l’arch. Francesco La Monica e il dott. Rosario Rosano (che insieme a Tina hanno contribuito alla realizzazione del Giardino della Memoria “Quarto Savona Quindici” a Capaci, nel luogo della strage), del vicequestore Lara La Rosa (a capo del Commissariato di Polizia di Milazzo), del Cap. Andrea Maria Ortolani (Comandante della Compagnia Carabinieri Milazzo) e dei sindaci di Torregrotta e Monforte, Antonino Caselli e Antonio Pinizzotto. Gli uomini passano, le idee restano e camminano con le gambe di altri uomini e donne, come la grande combattente Tina Montinaro”.