Torregrotta, Legambiente Peloritani diffida il Comune dall’installazione di nuove antenne

Legambiente dice no all’installazione di antenne per impianti di telefonia mobile e tecnologie assimilabili a Torregrotta. Una vera diffida è stata presentata da Legambiente Peloritani al sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali di Torregrotta e all’Arpa. Legambiente diffida “dall’autorizzare impianti che possano arrecare un aumento dei sintomi a causa dell’incremento del fondo elettromagnetico delle zone dove risiedano eventuali soggetti con ipersensibilità elettromagnetica” e invita “in caso venga richiesta la autorizzazione di nuovi impianti” a non autorizzare alcunché “senza prima rilasciare un’idonea relazione scritta da sottoporre alla ASL di competenza, che attesti la totale sicurezza delle radiazioni emesse per le condizioni particolari di salute dei suddetti soggetti, più in generale, che certifichi l’assenza assoluta di effetti avversi per l’integrità fisica, psichica e per il benessere degli stessi, anche a medio/lungo termine”.
Legambiente ricorda anche “che nel territorio di Torregrotta insistono già numerose antenne per la telefonia mobile anche in prossimità di siti sensibili. La scorsa primavera – si legge ancora nel documento -il governo ha aumentato di sei volte il valore di attenzione della radiofrequenza da 100 a 600 milliwatt/mq, che corrisponde ad un aumento del campo elettrico da 6 a 15 V7m2, ma oltre 70 scienziati esperti di bioelettromagnetismo avevano inviato un appello al governo e Parlamento per la sicurezza elettromagnetica rimasto inascoltato; per giunta un aumento dei limiti ambientali della radiofrequenza serve solo a fornire extraprofitti alle multinazionali (tutte straniere) concedendo loro la possibilità di installare antenne antenne più potenti sugli stessi pali. L’Italia è l’unico Paese in Europa che ha scelto dal 2012 un metodo di misurazione dei campi elettromagnetici basato su valori intesi come media nell’arco delle 24 ore e non riferiti alla media di 6 minuti. Questa misura rappresenta un unicum rispetto al resto d’Europa e pertanto i livelli di emissione misurati non sono comparabili con quelli degli altri Paesi europei. La deroga operata nel nostro ordinamento – secondo gli ambientalisti – produrrebbe, in caso di innalzamento dei livelli di emissione elettromagnetica, effetti distorsivi sulla potenza dichiarata, che risulterebbe in realtà di molto superiore al valore dichiarato”. Legambiente evidenzia anche la sentenza del Tar di Catania che ha accolto le istanze del resistente Comune di Terme Vigliatore, rigettando il ricorso della società e bloccando l’istallazione di un’antenna 5G in quanto non era stato seguito il Regolamento Comunale che impone pubblicità e trasparenza per l’introduzione sul territorio di questo tipo di infrastrutture.
