Tortorici, muore medico mentre si reca in visita domiciliare. Soccorso da ambulanza senza medico. La denuncia del sindaco di Castell’Umberto
“Stavolta è toccato ad uno di noi. Muore a Tortorici il Dott. Abbadessa, un valido professionista, ma soprattutto un galantuomo. Medico di famiglia si sente male mentre si reca in visita domiciliare. Viene chiamato il 118. Tortorici fuori per altra chiamata e comunque senza medico. Arriva Ucria senza medico. Muore. Oggi anche Capo d’Orlando senza medico. Ho protestato, gridato decine di altre volte per tanti altri cittadini in emergenza. Questo mio appello non solo perché si trattava di un collega, un territorio abbandonato dal punto di vista sanitario. Emergenza. Ciao Gianfranco R.P.I. Continueremo a lottare anche per te”. Vincenzo Lionetto Civa, sindaco di Castell’Umberto, racconta e sintetizza il drammatico pomeriggio di ieri a Tortorici, dove è deceduto il medico Gianfranco Abbadessa, e il primo cittadino di Castell’Umberto ha denunciato chiaramente l’abbandono del territorio.
E adesso si deve fare chiarezza sui fatti avvenuti e soprattutto sulle regole che limitano la presenza dei medici sulle ambulanze di emergenza. “118 , la tempestività e la organizzazione salva le vite umane – scrive il deputato all’Ars Tommaso Calderone, che ha raccolto il grido di dolore – Le criticità di un sistema che non funziona potrebbero avere causato un altro decesso.Ieri sui Nebrodi è deceduto un medico.Sto verificando le ragioni del ritardo , le ragioni per le quali l’ambulanza non era medicalizzata, le ragioni di eventuali disfunzioni.La straordinaria abnegazione di medici, infermieri e soccorritori non può sempre sopperire alle disfunzioni strutturali.Ho appena finito di scrivere una Interrogazione urgente all’Assessore alla Sanità per chiedere lumi su quanto accaduto”.
“La scomparsa del dott. Gianfranco Abbadessa è una tragedia che investe tutta la comunità nebroidea, la quale perde un valido professionista oltre che uomo perbene – scrive l’on. Bernadette Grasso – Alla famiglia le più sentire condoglianze. A chi invece alza gli scudi, lamentando carenze croniche nella sanità locale dico solo: dove eravate negli ultimi 20/30 anni? Ho posto tante volte la questione della carenza di medici a bordo delle #ambulanze: lo sanno bene gli operatori del 118. Così come ho chiesto più volte che sia potenziata la medicina territoriale delle Aree interne, penalizzata da distanze strutturali dalla costa. A supporto di ciò non ci sono passerelle, ma decine di atti parlamentari, note e sollecitazioni che lo testimoniano. Purtroppo quello dei medici del 118 è la punta di un iceberg. In Italia è stato istituito il numero chiuso per le professioni sanitarie, ma nessuno si è preoccupato di fare una vera programmazione. Ecco che poi emergono i problemi. Su tale difficoltà poi c’è un ulteriore ostacolo. I medici che si presentano al corso annuale di 300 ore per svolgere servizio nelle ambulanze sono sempre meno. In un corso si possono formare fino a 80 medici. Nell’ultima tornata erano 38 gli iscritti e solo 9 gli idonei a sostenere gli esami. Dall’Asp avevo ricevuto precise rassicurazioni: uno dei 9 medici idonei sarebbe stato destinato al servizio di ambulanza sui #Nebrodi.È la richiesta che ho fatto anche all’Assessore Razza e che ho formalizzato richiedendo anche una specifica audizione in Commissione salute all’Ars. È questo il mio lavoro di deputato: fare proposte. Quando sono accolte sono felice per i cittadini. Quando non lo sono, perché il Governo regionale che ha compiti di gestione opera diversamente, non posso fare altro che insistere e continuare a denunciare”.