Traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo: eseguite 11 misure cautelari. A capo dell’associazione un tunisino residente a Torregrotta

È scattata alle prime luci dell’alba l’operazione antidroga denominata “DRUG EXPRESS”, portata a termine dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con base in Milazzo ed operante nella fascia tirrenica della provincia di Messina, con propaggini su Roma.

Le indagini, eseguite dai poliziotti del Commissariato di Milazzo e dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Quattro i soggetti attinti dalla misura della custodia cautelare in carcere, mentre ulteriori cinque partecipi del gruppo criminale investigato sono stati posti agli arresti domiciliari ed altri due colpiti dall’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Le complesse attività d’indagine, sviluppate attraverso attività tipiche di polizia giudiziaria e plurime investigazioni tecniche, hanno consentito di documentare tutte le fasi dell’illecito traffico: dai viaggi per gli approvvigionamenti, al pagamento dei fornitori sino alla consegna della droga venduta.

Nel dettaglio, in soli 6 mesi effettivi di indagine, si accertava come l’associazione criminosa oggi repressa, grazie ad un nutrito “portafoglio clienti”, oramai fidelizzato – tanto da avanzare richieste quasi quotidiane di droga, soprattutto cocaina e crack – potesse vantare una presenza capillare ed avesse escogitato plurimi diversivi per non incorrere in sequestri di narcotico, in particolare attraverso il sistema delle consegne cd. “porta a porta”, da qui il nome dell’operazione. In particolare, i componenti della banda passavano presso le abitazioni dei singoli assuntori, alcuni dei quali già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari per altri reati, al fine di raccogliere le richieste e di conseguenza le somme necessarie per l’acquisto delle sostanze, per poi provvedere alla consegna a domicilio.

Ancora, parimenti, le indagini hanno documentato anche l’utilizzo di un linguaggio criptico convenzionale nelle conversazioni, quale il termine “pizza” per indicare le dosi di crack, nonché la frammentazione degli approvvigionamenti di droga in quantitativi minimi, così da minimizzare i rischi ed i costi in ipotesi di eventuali sequestri, ovvero l’utilizzo, quali corrieri, di soggetti giovanissimi ed incensurati.

A capo dell’associazione è stato individuato il tunisino M.K. cl. 84, residente a Torregrotta (ME), destinatario di misura cautelare in carcere, coadiuvato nelle illecite attività di trasporto e smercio dello stupefacente da un articolato gruppo di pusher italiani, tutti dimoranti nella fascia tirrenica della provincia di Messina: N.S. cl. 86 (carcere), M.G. cl. 93 (carcere), L.C.L. cl. 99 (carcere), L.C.G. cl. 01 (domiciliari), N.S. cl. 91 (domiciliari), G.R. cl. 74 e S.S. cl. 96 (entrambi destinatari di obbligo di dimora).

Sul fronte delle rotte del traffico di droga oggetto d’indagine, sono stati documentati plurimi acquisti sulla fiorente piazza messinese, da rodati gruppi criminali operanti nel capoluogo di provincia, rappresentati dai fornitori M.A. cl. 88 e A.S. cl. 90, oggi destinatari di custodia cautelare ai domiciliari.

Parimenti, emergeva come risultasse attivo anche un canale di approvvigionamento romano, facente capo al braccianese D’A.A.T. cl. 84 il quale trasferiva la droga ai messinesi attraverso il sistema delle spedizioni. In tale contesto, presso il deposito di Messina di un noto spedizioniere, veniva intercettato un pacco, dichiarato contenere un “termos” ma in realtà contenente 15 pasticche di anfetamine e gr. 38 di etilmorfina. Il medesimo è stato colpito da ordinanza di custodia agli arresti domiciliari.

Da ultimo, a conferma della caratura criminale dell’associazione indagata ed oggi repressa, basti dire come le indagini esperite, alla luce della serrata attività repressiva e di controllo svolta, abbiano anche documentato l’ambizioso progetto criminoso di porre in essere un attentato contro la Caserma della Guardia di Finanza di Milazzo e far saltare gli automezzi di servizio con la benzina, giungendo  persino a ripromettersi di vendicarsi nei confronti di un Finanziere che li aveva controllati su strada. 

L’attività descritta testimonia, ancora una volta, l’impegno profuso quotidianamente dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, al servizio della collettività, anche e soprattutto rispetto a fenomeni di così grave allarme sociale come il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia, fenomeno particolarmente allarmante in quanto riguarda, spesso, soggetti in giovane età.

L’operazione in parola ha visto il dispiegamento di una forza pari ad oltre 60 tra Poliziotti del Commissariato di Milazzo e Finanzieri della Compagnia mamertina, supportati dall’ausilio delle unità cinofile della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Messina.

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