YKO torna ad emozionare con “In The Name”, il suo nuovo singolo
Dopo aver calcato i più importanti palchi d’Europa, Russia e Regno Unito come opening act di band di fama internazionale tra cui Evanescence, Disturbed e Vanilla Sky, il cantautore campano dall’animo multietnico YKO torna ad emozionare con “In The Name”, il suo nuovo singolo.
Scritto da Giacomo Bove e arrangiato dallo stesso interprete, il brano è una suggestiva e commovente catarsi musicale, avvalorata dall’intensità emozionale di una vocalità inconfondibile che accarezza anima e cuore per risvegliare la mappa sensoriale insita in ciascuno di noi, con l’intento di condurci ad una maggior consapevolezza, alla presa di coscienza, reale e sincera, del nostro ruolo nel mondo, scardinando gli alibi e i pretesti dietro cui ci nascondiamo per sfuggire ed evitare di far fronte alle nostre responsabilità.
Una deflagrazione interiore che, mediante la minuzia e la finezza di un testo saturo di poesia, tramuta un urlo silenzioso in un boato condiviso, capace di scuotere le coscienze per ricordarci che la tendenza umana a giustificare ogni atto di violenza, fisica, psicologica, ambientale, è solamente la vile maschera dietro cui si cela l’agire di ciascuno di noi prima che si identifichi in condotta collettiva, quell’insieme di comportamenti sociali contro cui siamo soliti puntare il dito, elidendo dalla traiettoria incriminata il nostro stesso operato quotidiano.
Attraverso un’ineccepibile analogia tra il combattere per il desiderio di farlo, quella sete di potere insita da sempre nell’uomo, e l’attribuire la propria attitude oscura e malvagia in nome di una causa più grande – «maybe I’m going in God’s reign, just ‘couse I’ve killed in God’s name» («forse andrò nel regno di Dio, solo perché ho ucciso in nome di Dio») -, YKO pone in raffronto l’inclinazione personale all’azione di facciata, scandagliando le dinamiche in cui ci rifugiamo anziché riconoscere le falle delle nostre scelte, evidenziando il triste, ma fortemente realistico, spaccato in cui ogni essere umano predilige raccontare a se stesso ciò che lo distoglie da colpe e peccati, anziché guardare dritta in faccia e affrontare la propria condizione, da sempre in bilico da tra luce e ombra.
YKO, pseudonimo di Enrico Bellotta, è un cantautore, musicista e compositore casertano classe 1985. Affascinato dall’unione indissolubile di note e parole, muove i suoi primi passi nel mondo della musica sin da piccolo, prendendo parte a diverse formazioni, tra cui i Fireyed e i Belly Bluster, band con le quali acquisisce e sviluppa un’incredibile padronanza della sua vocalità, intensa ed incisiva, oltre che una presenza scenica unica e inconfondibile. Nel 2015, con i Fall Has Come, calca i più importanti palchi europei, dalla Scozia alla Spagna, passando per l’Austria, l’Ucraina e la Romania, sfiorando ed emozionando anche le platee russe e quelle del Regno Unito, in qualità di opining act di artisti di fama internazionale come gli Evanescence, i Disturbed, i Yellowcard, i Kongos, i Vanilla Sky e i Tigertailz. Quattro anni dopo, nel 2019, dà il via al suo progetto solista sotto il nome di YKO, iniziando a comporre brani originali e lontani da classificazione di genere e trend; un suggestivo e armonico intreccio di sonorità Irish, country e folk-rock, evidenziando una cifra stilistica fortemente personale, in grado di coniugare tutte le sue innumerevoli influenze, assorbite nel corso degli anni. Le release di YKO sono un tuffo nell’oceano dei sentimenti, un meraviglioso viaggio introspettivo tra cadute, risalite e la speranza di ritrovare quello che eravamo, per costruire, giorno dopo giorno, quello che saremo.