Zone rosse escluse dai fondi, ira di Zaia e De Luca

“Tutte le zone rosse d’Italia devono essere ristorate dal fondo nel decreto rilancio su cui si è aperto un giallo. I 200 milioni inizialmente destinati a tutte le zone rosse escludono un grandissimo numero di comuni, da Nord a Sud. La necessità immediata è quella di includere tutti i comuni che si sono dichiarati zona rossa”. Così il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, al termine di una giornata che ha visto le dure proteste dei governatori di Veneto e Campania, e non solo. Il decreto rilancio, infatti, dopo la pubblicazione in Gazzetta è stato ulteriormente corretto con la cancellazione di un centinaio di comuni dichiarati zone rosse in tutta Italia con ordinanze regionali.

“Non abbiamo solo Vo, ma anche Treviso, Venezia e Padova. Sono tutte zone rosse istituite l’8 marzo che arrivavano in coda ai 10 comuni del Lodigiano. Dopo 24 ore da quell’8 marzo tutta Italia diventa zona rossa ma nessuno ha revocato le nostre zone rosse. Tutte poi sono state revocate il 13 di aprile. Ma, magia… sono sparite tutte le zone rosse del Veneto e sono rimaste quelle di Lombardia ed Emilia Romagna – il duro j’accuse del governatore del Veneto, Luca Zaia – Ed è imbarazzante vedere quello che sta accadendo: cioè le zone rosse del Veneto sono state escluse dagli aiuti previsti nel decreto, i 200 milioni di euro”. Zaia ha quindi annunciato: “Noi abbiamo dato l’incarico al professor Bertolissi per ricorrere al Tar e alla Corte Costituzionale perché il decreto va buttato nel cestino e riscritto. Andiamo davanti a chiunque perché questo decreto è offensivo per i veneti”. Il governatore ha spiegato che “c’è stato prima un dibattito per la dimenticanza delle zone venete rosse, poi una prima stesura rispettosa delle nostre rimostranze che poi è diventata legge, una legge in maniera irrituale, e i giuristi dicono di non aver mai visto una cosa del genere, e che è finita in Gazzetta con un nuovo testo dove noi siamo scomparsi”, ha stigmatizzato.(Adnkronos)

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